Il giardino Zen di Giulia
Il suo giardino zen è intimamente legato alla sua cultura zen, un piccolo ritrovo intimo in cui si ritrova ogni giorno per meditare sul proprio benessere circondata da tutti quegli elementi naturali essenziali per il suo benessere interiore. Le piante che si trovano nel suo giardino zen, ginepro, azalea, felce, bambù, hanno bisogno del suo calore. Insomma, un piccolo angolo di un bosco.
Le piante sono vive, non soffrono e non stanno in un piccolo angolo tutte ammucchiate, qui c’è luce, aria e tanta rugiada.
Giulia ogni mattina scopre meditando qualche nuova foglia, un piccolo germoglio, dei nuovi gambi, come se ci fosse un nuovo inizio di vita con più forza per reggere il peso, un’altra foglia che si sta allungando con i primi raggi di sole e i tanti puntini marroni sulle foglie di felce come le guance di un bambino con il morbillo, un’altra tutta ingiallita che tra qualche giorno cadrà per terra.
Quello che più di ogni cosa rallegra il cuore di Giulia è vedere le pietre messe tra la ghiaia che rappresentano l’acqua che scorre verso le piante. Le piante, l’erba diventano sempre più verdi, sempre con più foglie, coprono tutto il perimetro del giardino, e le cima dei sassi in mezzo alla ghiaia lo fa somigliare a una piccola oasi. Giulia raccoglie dal terreno le foglie cadute, con il rastello ridisegna i suoi corsi d’acqua, innaffia la base delle sue piante molto lentamente, così l’acqua viene subito assorbito dalla terra circostante. Compie questo gesto d’amore con una grandissima delicatezza e attenzione, sa che è fondamentale per il suo animo e quello che trasmette alle piante e amore, mosso dalla stessa comprensione di una che sta curando una persona di famiglia. Nel silenzio assordante si sentono i suoi sospiri, non si sa se per la pianta o per sé stessa. Quegli arbusti forti e lunghi, che rendono il piccolo capolavoro di Giulia unico fra le pareti del suo mondo, sono diventati come dei fratelli di ventura.
Ogni pianta viene chiamata con il proprio nome, ad ogni ora del giorno e della notte. Lo sguardo con cui scruta le nuvole che si addensano nel cielo è quello della Giulia intraprendente, della contadina che aspetta la fine della siccità.
E ogni volta che vede dall’oblo della sua camera che scende la pioggia, corre subito verso il suo giardino, si stringe forte tra le sue braccia e resti li a farsi purificare dall’acqua piovana che scende giù dal cielo.
Lei e le piante sembrano espandersi, protendono sia le braccia che le foglie per raccogliere più acqua possibile, e per la gioia si colorano le sue piante di un verde più brillante. Mentre, Giulia si ferma a contemplarle dimenticando di essere sotto la pioggia.
Resta nel suo mondo zen, Giulia e le sue piante, gli uni di fronte all’altro. Lei sorseggia le stesse sensazioni delle piante sotto la pioggia. Le piante del suo giardino zen e lei, sono abituate all’aria aperta e ai fenomeni della natura. Ogni volta che succede Giulia rimane sbalordita di come un uomo si può sentire tutto bagnato dalla testa ai piedi.