L’oasi dei Tuareg
Martina incontra il re della savana in un’oasi ed il re incontra Martina. I loro sguardi si intrecciano come le loro strade, gli sguardi si dirigono l'uno verso l'altro in attimi infiniti. Poi l’infastidirsi, il leone e la donna si guardano, il ruggito del leone scava nelle profondità del cuore di Martina. Lei lo guarda con rispetto trafiggendogli gli occhi. Il suo cuore trema, si sente gravemente sola, ma sopravvive a quel ruggito.
Un miracolo, dicono i Tuareg. «La sua rinascita», dice il capo tribù.
Martina inizia a scrivere un diario dove racconta l’incontro con il re della savana nella primavera del 1975 nel deserto del Sahara nell’oasi «Delle tre palme.» Situata a sud del deserto.
Il popolo Tuareg l’hanno chiamato «l’attacco del re del Sahara». Per Martina rappresenta una rinascita da quel giorno diventa una nomade che vive tra i mondi dei popoli del Sahara. Lei era arrivata li per un safari fotografico per scoprire il modo di vivere dei popoli nomadi del Sahara. Ora sembra motivata e ricca di pace interiore inizia a vivere in quel villaggio Tuareg. Lo sciamano riunisce tutti in cerchio ed acclamano il re della savana.
L’incontro con il leone ha cambiato Martina, e diventata un’acute osservatrice di sé stessa. Quasi fosse stata miracolata. «L’aver incontrato il re della savana in un’oasi dove due mondi diversi implodono tra sguardi fermi e ruggiti. Quell’implosione era la sua lotta personale per conciliare la voglia di vivere e la paura dell’esperienza.»
L’aver trovato questo popolo che ama la natura, fa si che lei si rigeneri dall’essere una donna esausta, priva di una vita dove l’amore si trova lontano anni luce dal suo cuore ancora tramante.
Osa abbracciarsi, osa racchiudere a sé quelle emozioni e quelle convinzioni che sino a quel momento ha solo esplorato, sfiorandole con i suoi pensieri. L’essere stata connessa per un attimo ai suoi occhi ora quell’idea di vita diventa indistruttibile. La vita l’unica cosa più rara in tutto questo universo. Dove la maggior parte degli animali esistono per dare un senso a questa rarità. Le due anime in quell’istante si sono spogliate delle loro paure ed incomprensibilmente i nostri occhi pieni di rabbia, cattiveria hanno oscurato il passato dando un senso alla nostra limitata esistenza.
Per il popolo Tuareg, l’incontro è stato preordinato dalle divinità, nessuno tra di loro è sorpreso. Martina li abbraccia tutti, alla ricerca di colui o colei che avrebbe finalmente rilevato la donna guerriera in lei. Ora, lei lo sogna il re della savana, vestita come una dea amazzone, capo-tribù e regina guerriera affiora in lei il sentimento di ritrovare il re della savana.
Ha un rapporto di amore-odio, lei vuole liberarsi del re, eppure: «il suo corpo è diventato quello di una regina Amazzone.» Con il suo lungo abito ed in mano una lancia sta in piedi davanti a due uomini Tuareg di cui uno seduto su uno sgabello. L’uomo in piedi s’inchina davanti a Martina, mentre quello seduto si leva l’enorme cappello in segno di rispetto, nonostante che entrambi impugnino la lancia della guerra, la lancia tra i Tuareg rappresenta il ceto sociale. Altre donne sono al centro del villaggio dove campeggia un carro da guerra garamantico al galoppo volante. Le altre donne indossano corte tuniche trasparenti che lasciano in evidenzia le gambe seducenti. Alcune di lor interagiscono con i maschi del villaggio. Contrariamente a quello si può pensare, il deserto la sua vitalità, la sua storia curata dagli uomini blu. La vita si evolve con ritmi lenti e cadenzati. La vegetazione nell’oasi delle tre palme è costituita da erba verde profumata e le tre grandi palme al centro e tanti arbusti intorno. Poi ci sono loro gli uomini blu vengono chiamati così per via del colore che assume la pelle del loro viso coperto da teli scuri blu. Martina inizia a scrivere il suo diario dove una donna ha domato con il suo sguardo il re della savana.