Bike e arte nel Griogione
Tra le valli alpine del silenzio come meditazione, non pensare è un’arte.
Prendere una bike e lasciarsi andare agli spazi enormi intorno a noi, sono gesti ordinari. Aprire delle finestre su questi sterrati, fermarsi, ad ascoltare, osservare, toccare fa si che il nostro essere cresca facendo parte di un qualcosa che brilla davanti ai nostri occhi. Tutto questo permette di aprire un varco nel nostro essere. Iniziamo a conoscere il nostro territorio, viverlo, uscendo fuori da quel sonno quotidiano dove in tanti sono caduti. Allora, pian piano vi invito a prendere una bike e rivivere i nostri scorci di arte che troviamo. Potremmo definirli dei miracoli del nostro presente. La chiesa di San Martino in Zillis, e Splügen fanno parte di un’altra tipo di rinascita. La chiesa, le case Walser, quei paesaggi dove il verde ed il marrone si fondono per dar vita ad un unico dipinto. Le pareti bianche le finestre che fanno da cornice. La riscoperta non consiste nel cercare nuove destinazioni per i nostri viaggi, ma rivedere con occhi nuovi i nostri territori.
«Molti esseri umani hanno un confine, per molti di loro rappresenta un limite, per altri la soglia di un mondo fantastico, ricco di viaggi, di illimitati spazi da scoprire. Nel qui ed ora hanno uno spazio illimitato ed illuminato dal sole. Vanno oltre gli schemi dell’universo.»
Luciano
Il Grigione ricco di suggestivi panorami offerti dalle alpi, e dimora di chicche da segnalare al turista che ama la bici. Fra le rarità da segnalare, la chiesa di San Martino, in Zillis e Splügen il paese di valico che sorge a 1458 m sul livello del mare ed oggi conta 420 abitanti.
La chiesa di San Martino si trova nel villaggio alpino di Zillis, nel Cantone dei Grigioni, soprannominata la “Sistina delle Alpi” per il suo soffitto dipinto, del XII secolo. Poter perdersi nei colori, nelle sfumature che da una tinta predominante in quel soffitto o nel villaggio di Splügen ispirano la ricerca della bellezza. La forza del soffitto dipinto, la calma che travolge la vita nel villaggio di Splügen rappresentano il mondo interiore ed a tratti diventa meditazione, celebrazione del silenzio. I colori hanno un potere vitale, sfumano l’apparente nitidezza. Il sublime dell’anima dell’artista e la natura nella sua irripetibilità hanno lasciato ad ogni pennellata, un’emozione. Il visitatore attento diventa insignificante, davanti ad un perfetto, assolutistico, infinito silenzio. In questo piccolo villaggio o nella piccola chiesa tra le alpi immerse nel parco Beverin, il silenzio come meditazione.
Il silenzio in determinati luoghi come del resto nella comunicazione segue una linea temporanea quasi impercettibile. Le persone che si addentrano in questi luoghi, la chiesa di San Martino oppure Splügen entrano in contatto con un qualcosa di unico, il loro silenzio, li attende e loro ascoltano. Questo segnale fa si che il visitatore o la persona non riesce più a parlare, cade in un vuoto di ascolto dove il suo appagamento è osservare tanta bellezza, il soffitto dipinto, le case Walser, la chiesa del XVI secolo a Splügen, il castello di Splügen, immergersi nella natura, i suoi odori, il suo vociare, quindi non è poi tanto terribile, sperimentare e lasciarsi andare nel proprio silenzio sarà sempre necessario saper osservare le bellezze artistiche che la natura ed i nostri predecessori hanno creato trasformando dei materiali semplici e poveri. Osservare stando seduti e raccogliersi in un nobile silenzio, aiuta l’osservatore a comprendere sé stesso attraverso un dipinto, uno scorcio di un paesaggio, dentro e fuori questi confini c’è una leggerezza che va colta. La quiete consapevolezza delle nobilita, il silenzio. In esso è racchiusa tanta gioia di far parte dell’arte. Quando osservi un pezzo del soffitto dipinto o ti immergi nello scenario di bellezza che esprime Splügen senza pensare, diventa molto importante per noi viaggiatori, in quel preciso istante entriamo in contatto con le meraviglie della vita mentre lei si manifesta davanti a noi.