700 Anni del sommo poeta, Dante Alighieri
Dante e autore di quella «Divina Commedia» considerata uno dei capolavori della letteratura mondiale. Ancora oggi, ritenuta la più grande opera in lingua italiana. La Divina Commedia è un poema allegorico, scritto in terzine incatenate di endecasillabi in lingua volgare fiorentina. Il poema è diviso in tre parti, chiamate «cantiche», Inferno,Purgatorio e Paradiso, ognuna delle quali composta da 33 canti. L’Inferno contiene un canto introduttivo. Il poema frutto di una conoscenza storica, dove la fantasia di una mente suprema, quella di Dante narra di un viaggio immaginario, attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà alla visione della Trinità. Il viaggio immaginario racconta le glorie, le pene, i vizi e le virtù di personaggi morti, i quali vivono ed incarnano i sentimenti dell’intera umanità.
Cosa affascina della Divina Commedia, la sua complessità e la grandiosità. In essa troviamo teologia, morale, filosofia, riflessione e passione politica. Come tutte le storie la Divina Commedia ha un inizio tragico e una conclusione positiva: lo smarrimento di Dante nella selva oscura, la quale rappresenta il peccato, fino alla salvezza, verso il viaggio che porta al Paradiso.
Alcuni personaggi del poema dantesco: Nell’Inferno. torviamo Caronte il traghettatore, Minosse il giudice, Cerbero, il Minotauro, gli amanti Paolo e Francesca, il goloso Ciacco, l’eretico Farinata degli Uberti, il suicida Pier della Vigna, il sodomita Bruno Latini, i traditori Ugolino della Gerardesca e Guido da Montefeltro. Nel Purgatorio: Catone l’Uticense, Casella, Manfredi, Pia dei Tolomei Sordello da Goito, Guidi Guinizelli.
Nel Paradiso: Piccarda Donati, Giustiniano, Cacciaguida, i santi Tommaso d’Aquino, Benedetto da Norcia, Bonaventura, Francesco e Domenico.
Nell’Inferno Dante usa un linguaggio medio e il volgare per descrive le bassezze delle anime infernali e le pene più orrende e degradanti dell’inferno.
Nel Paradiso usa un linguaggio alto e solenne per descrivere la gioia del Paradiso.
«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la dritta via era smattita.»
(Inferno, Canto I, incipit)
Tornando ad oggi, la pandemia minaccia le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante.
Il Sommo poeta simbolo dell’unità linghiustica dell’Italia del 1300, ha avuto la sfortuna di imabattersi in un anno aggravato dalla pandemia. Gli eventi messi in programma forse verranno annullati rendendo vani lo sforzo orgaizzativo di questi anni di programmazione. Il 25 marzo dovrebbe essere il giorno previsto per il Dantedì. Vista la situazione pandemica in Italia, nascono mille attività «virtuali». Anche l’Accademia della Crusca, dedica a Dante una citazione al giorno del Sommo poeta. Le poesie, le frasi ed espressioni dell’autore della Divina Commedia sono seguite da un breve commento, per chiarire il loro significato. Le parole continueranno ad illuminare il centro storico di Ravenna per tutto i 2021.