La casa della Nonna
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La casa della Nonna

La nonna di Giulia abita in un quartiere borghese della città, lei da giovane era la prima ballerina del teatro Odeon. Il teatro Odeon è il primo teatro per prestigio della città di Coira. Oggi lei vive in un quartiere dei primi dell’Ottocento.


Abita in mansarda, ed ha i suoi vantaggi, uno su tutti è molto affascinante, la vista verso sud alla sera diventa qualcosa di unico. Tra le alpi, la valle incastonata disegna l’orizzonte, mentre il sole scende piano alla destra dello sguardo. Quando piove, la luce che entra dalle finestre colora e ridipinge tutte le pareti, soprattutto gli spazi profondi si trasformano, in piccoli angoli fiabeschi, non si sentono rumori del traffico cittadino, gli unici rumori sono il cinguettio degli uccelli e lo stridere delle rondini. Il soffitto lascia passare tutte le sensazioni di vivere fuori sospesi. Ci sono emozioni che non si possono raccontare, altre vale la pena viverle, una di questa e vivere il tramonto nella mansarda della nonna di Giulia. Le diverse inclinazioni del tetto danno un carattere unico a questa magia che si vive nella mansarda.


Giulia: «Ciao nonna, come stai? Lui è il mio amico Dodo, te lo ricordi?» Nonna: «Certo, l’amico dei bimbi, se non ricordo male. Cosa fate di bello stasera, perché ho un piccolo regalo per voi, un mio caro amico mi ha regalato due biglietti di prima fila, per la prima de” Il Don Giovanni” di Mozart, va in scena stasera. Non so se vi piace l’opera lirica. Comunque, pensateci.» Giulia: «Noi prima andiamo a cena, abbiamo riservato al Frantoio, magari dopo la cena se Dodo è d’accordo possiamo andarci, sarebbe bello vedere la prima della stagione, tu cosa ne pensi Dodo?» Dodo: «La trovo un’idea fantastica, poi siamo anche in prima fila, non è un qualcosa che ti capita tutti i giorni, prima andiamo a cenare e poi si va a teatro.»


Riprende a piovere ed ha il suo fascino qui nella mansarda. Le serate di pioggia, quando tutti sono a letto, si sente il tic-toc-tuc delle gocce, che gli fanno ricordare i suoi passi di danza. Questa sera, invece, il tic-toc-tuc sembra una musichetta allegra: sembra il dramma giocoso de “Il Don Giovanni”. L’immortalità dei personaggi tra l’ironico, l’insolenza e le sottomissioni nei confronti del padron Don Giovanni, vivono nella pioggia di questa sera d’autunno, essa continua e nutrire la terra, spinge la linfa dalle radici, tende le foglie come vele al vento. La natura quasi divina trasmette giustizia e moralità.


Nonna: «Domani quando mi affaccerò alla finestra, sono sicura che troverò un sole alto, caldo pronto a nutrirmi.» pensa a voce alta.


L’indomani quando apre la finestra, nonostante l’abbia pensato, non riesce a credere ai suoi occhi: il sole è già alto, caldo pronto a nutrirla, mentre, le piante sul balcone che occupano la parete a sud ovest, hanno dei colori unici vivi. Le foglie non sono più piegate dal loro peso ma dritte e appuntite come spade.


Nonna: «Telefona a Giulia per sapere come è andata la serata con il suo amico Dodo.»  La serata con la pioggia non è stata certamente il massimo. Magari non hanno neanche potuto approfittare di fare una passeggiata sino a teatro. Sarebbe stato bello camminare nel centro storico, tra tutti quei vicoli, dove i profumi del passato sono sempre presenti.

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